Il suo nome è Ca' Scapini.
Il paese venne lasciato a sé stesso sul finire degli anni Settanta, ma in circostanze che alcuni ritengono misteriose.
Qualcuno dice che questo piccolo borgo di montagna venne abbandonato al suo destino perché gli abitanti erano stanchi di sentire piangere di notte dei bambini - fantasmi di piccole vittime che, secondo una storia non confermata, furono sterminate durante una rappresaglia dei nazisti.
Non trovano conferme nemmeno le credenze popolari secondo cui, intorno agli anni '40, appena fuori dal paese venne ritrovato il corpo di una giovane pastorella orribilmente mutilato, e che da lì in avanti il paese venne colpito da una sorta di maledizione.
Probabilmente il motivo dell'abbandono fu semplicemente il desiderio di abitare in un luogo meno isolato, e fu così che, famiglia dopo famiglia, Ca' Scapini si svuotò di tutti i suoi abitanti. La loro presenza sembra ancora essere tangibile in qualche angolo degli edifici fatiscenti, ad esempio sotto forma dei brandelli di una tenda che svolazzano pigri da una finestra...
Oppure osservando questi vecchi infissi, che ormai non chiudono più nulla.
Le scale in legno, pericolanti e malmesse, spesso impediscono l'accesso ai piani superiori.
Anche gli inevitabili vandalismi sembrano non avere calcato troppo la mano, chissà, forse per una sorta di "rispetto".
Una cosa è certa: leggende o non leggende, fantasmi o non fantasmi, il luogo, anche nella brillante luce estiva, ha un che di tetro e di sinistro. Le finestre delle case sembrano orbite vuote che ti scrutano.
E le porte sembrano bocche spalancate pronte ad inghiottirti.
Curiosamente, o per fortuna, già a pochi metri di distanza la natura sembra voler sdrammatizzare la tetraggine di questi scorci.
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