Il nostro amico fumante che risponde al nome di Eyafjallajokull continua a causare qualche *problemino* ai voli in Europa. Mi fa ridere tutte le volte che viene nominato alla radio o in tv: viene sempre tirato in ballo come “IL vulcano islandese”. Come se in Islanda di vulcani ce ne fosse solo uno! (…per la cronaca, ce ne sono almeno 130).
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_volcanoes_in_Iceland
Beh, non è esattamente un nome facile da pronunciare, ma c’è ben di peggio. E se fosse eruttato il Tungnafellsjökull? O il Kollóttadyngja? Ma anche Reykjaneshryggur, Þeistareykjarbunga e Snæfellsjökull non sono male, come nomi. Qui sotto, appunto, lo Snæfellsjökull: fotografarlo è stato molto più semplice che pronunciarne il nome.
Mi è sempre piaciuto cercare di capire qualcosa delle lingue dei paesi che ho avuto la fortuna di visitare. In pochi istanti sono giunta ad una conclusione: l’islandese è un gran casino. Tanto per cominciare ha dei caratteri, detti rune, che non esistono nel nostro alfabeto: þ (che si pronuncia come il ‘th’ di ‘this’), ð (come il ‘th’ di ‘mother’), e una æ che si pronuncia ‘ai’.
E poi hanno toponimi lunghissimi; le città e i paesi non hanno nomi propri come i nostri (es. Milano, Sirmione...). I nomi delle località islandesi vengono invece "costruiti" assemblando tutto quello che si rinviene nel posto in questione, e che serve a descriverlo.
Esempio. La ridente e impronunciabile località nota come Kirkjubæjarklaustur (!!) deve il suo nome al fatto che in quel posto c’è una chiesa (kirkju), una fattoria (bæjar) e un convento (klaustur). Et voilà. Che cce vò? (Pare, però, che anche i locali chiamino il luogo con un nome leggermente più maneggevole. Per gli amici, infatti, Kirkjubæjarklaustur è solo Klaustur).
E poi in Islanda ci sono toponimi lunghissimi, che non sono nomi propri come i nostri (es. Milano, Sirmione), ma che si costruiscono “montando” tutto quello che si rinviene nella località in questione, e che serve a descriverla.
Va da sé che, con dei nomi tanto semplici, l’interpretazione dei cartelli stradali sia davvero intuitiva.
Ok, mi spiego. Se un tale si chiama
Bel casino per il postino.
Mi consolo pensando che, nonostante un simile cartello stradale, io sia riuscita a tornare in Italia. E che, grazie al cielo, non sono stata registrata all'anagrafe come Elisa Eziodottir.
P.S. In islandese, toilette si dice “salerni". E per fortuna, come in qualsiasi altra parte del mondo, si trova in fondo a destra.
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