In questi giorni l'Islanda è sulla bocca di tutti. Strano, per un Paese che, pur appartenendo all'Europa, vive nella sua solitudine del nord Atlantico? No, se un'incredibile eruzione vulcanica non avesse causato lo stop dei voli aerei in tutta Europa, a causa dell'enorme quantità di ceneri diffuse nell'atmosfera.
Per molti di noi, l'esperienza più diretta con l'Islanda è stata questa. Chi doveva prendere un aereo ed è rimasto a terra... chi voleva il sole e si è ritrovato con la pioggia. (Ebbene sì, fra gli effetti "collaterali" c'è anche l'aumento delle precipitazioni).
Per quanto mi riguarda, ho visitato l'Islanda nel 2007 con mio papà. Un luogo incredibile, e la prima parola che mi viene in mente associata a questo Paese è: solitudine. Infiniti spazi, strade deserte, panorami mozzafiato e la sola compagnia di qualche sparuto gruppo di pecore uccelli marini. E quando parlo di solitudini, intendo proprio solitudini.
Strade dritte, uniformi, che attraversano brulle distese o campi di lava. Gli unici elementi che distinguono il grigio dell'asfalto dal resto del paesaggio sono le strisce bianche in mezzo alla carreggiata, e paletti di colore giallo che segnalano il limite di essa.
La comparsa dei cartelli stradali, però, può rappresentare un vero spasso. Nomi ai limiti dell'impronunciabile.
E' chiaro che dio non apprezza Bjork e Sigur Ros.Ul vulcano poi, ci ha tenuto a precisare che lui nel referendum votava contro la restituzione dell'investimento.
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