lunedì 24 maggio 2010

Azzorre (2)

Horta, 'capitale' dell'isola di Faial.
Questa piccola cittadina che sonnecchia in riva all'oceano è un must per qualsiasi diportista. Un po' come la Mecca per i musulmani: almeno una volta nella vita (di un velista), dicono che bisogna attraccarci.

DSCN2830Come mai questo porto è tanto famoso (per i velisti, ovviamente...)? Perché, tradizione che si perde nella notte dei tempi, ogni equipaggio che attracca qui lascia, sulla banchina, un murales a testimonianza del suo passaggio.

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Il risultato è davvero spettacolare: ogni centimetro della banchina è ricoperto da disegni e scritte coloratissime, che riportano il nome della barca, dei membri dell'equipaggio, la data di arrivo; e e il colpo d'occhio è incredibile.
Alcuni murales sono veramente notevoli.


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Altri, pur nell'oscurità del loro significato, sono geniali (non è da tutti incollare un mutandone alla banchina)...

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Praticamente ogni centimetro quadrato disponibile viene utilizzato e, man mano che i murales più vecchi sbiadiscono, corrosi dal vento e dalla salsedine, altri nuovi ne prendono il posto. Il ricambio è continuo e ogni giorno appare qualcosa di diverso.


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Terminate le fatiche artistiche, l'equipaggio può reintegrare i liquidi al Peter Café Sport, che dal 1918 offre ristoro ai naviganti che attraversano l'Atlantico. Pare che sia "undoubtedly the most famous sailors' bar in the world". All'interno un'atmosfera, senza neanche dirlo, molto marinaresca con bandierine, utensili, sartiame, insomma qualsiasi genere di oggetto legato alla navigazione. Chiunque faccia sosta qui, per tradizione infatti lascia un oggettino a testimonianza del proprio passaggio e in novant'anni si può solo immaginare quanta roba sia stipata in questo minuscolo locale.

http://www.petercafesport.com/principal_eng.htm

DSCN2642Al piano superiore lo Scrimshaw Museum, che contiene una sconfinata raccolta di denti di capodoglio e altri oggetti in avorio derivanti dai cetacei che una volta si pescavano diffusamente nell'arcipelago delle Azzorre. Durante i lunghi mesi in mare, i denti dei cetacei catturati venivano incisi dai marinai con semplici coltellini e inchiostro; pur nella loro lugubrità - basti pensare a quante migliaia di balene vennero uccise nei secoli scorsi -, questi oggetti hanno pur sempre il fascino di un'epoca (ormai, o per fortuna) tramontata: la baleneria.

mercoledì 19 maggio 2010

Foto curiose (5)

Alcune foto scattate a Rapallo, ridente (?) località della costa ligure. Certo non sembra regnare una grande permissività...

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E che cavolo, come mai SOLO I BIMBI SOTTO GLI 11 ANNI CON PALLA DI GOMMAPIUMA possono giocare a pallone?? E perchè sempre e solo loro possono transitare in velocipede. E soprattutto, che cos'è un velocipede.

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Per protesta, andrò a consolarmi con un buon gelato in Piazza della Chiappa.

Romania (1)

Sono stata in Romania l'estate scorsa, per un congresso. Di certo ci tornerò per fare shopping in questo negozio esclusivo...

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...per l'ottimo caffè espresso...



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...oppure per aprire un conto corrente in questa banca...


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...magari sfruttando questa comoda sala d'attesa.


DSCN5791Welcome to Romania!

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sabato 15 maggio 2010

Islanda (3)


Il nostro amico fumante che risponde al nome di Eyafjallajokull continua a causare qualche *problemino* ai voli in Europa. Mi fa ridere tutte le volte che viene nominato alla radio o in tv: viene sempre tirato in ballo come “IL vulcano islandese”. Come se in Islanda di vulcani ce ne fosse solo uno! (…per la cronaca, ce ne sono almeno 130).

http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_volcanoes_in_Iceland

Beh, non è esattamente un nome facile da pronunciare, ma c’è ben di peggio. E se fosse eruttato il Tungnafellsjökull? O il Kollóttadyngja? Ma anche Reykjaneshryggur, Þeistareykjarbunga e Snæfellsjökull non sono male, come nomi. Qui sotto, appunto, lo Snæfellsjökull: fotografarlo è stato molto più semplice che pronunciarne il nome.
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Mi è sempre piaciuto cercare di capire qualcosa delle lingue dei paesi che ho avuto la fortuna di visitare. In pochi istanti sono giunta ad una conclusione: l’islandese è un gran casino. Tanto per cominciare ha dei caratteri, detti rune, che non esistono nel nostro alfabeto: þ (che si pronuncia come il ‘th’ di ‘this’), ð (come il ‘th’ di ‘mother’), e una æ che si pronuncia ‘ai’.

runes


E poi hanno toponimi lunghissimi; le città e i paesi non hanno nomi propri come i nostri (es. Milano, Sirmione...). I nomi delle località islandesi vengono invece "costruiti" assemblando tutto quello che si rinviene nel posto in questione, e che serve a descriverlo.
Esempio. La ridente e impronunciabile località nota come Kirkjubæjarklaustur (!!) deve il suo nome al fatto che in quel posto c’è una chiesa (kirkju), una fattoria (bæjar) e un convento (klaustur). Et voilà. Che cce vò? (Pare, però, che anche i locali chiamino il luogo con un nome leggermente più maneggevole. Per gli amici, infatti, Kirkjubæjarklaustur è solo Klaustur).

E poi in Islanda ci sono toponimi lunghissimi, che non sono nomi propri come i nostri (es. Milano, Sirmione), ma che si costruiscono “montando” tutto quello che si rinviene nella località in questione, e che serve a descriverla.

Va da sé che, con dei nomi tanto semplici, l’interpretazione dei cartelli stradali sia davvero intuitiva.
DSCN9338Anche questo non è male.

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Con tanto casino nel nominare i luoghi, non ci si poteva certo aspettare la semplicità nei nomi della gente. Infatti, in Islanda vige il patronimico: il cognome dei figli non è il cognome paterno, ma viene "costruito" a partire dal nome proprio del padre.

Ok, mi spiego. Se un tale si chiama
Sigmund e ha un pargolo (Gunnar) e una pargola (Helga), il figlio si chiamerà Gunnar Sigmundsson e la figlia, invece, Helga Sigmundottir. Cioè, alle bimbe si aggiunge il suffisso "dottir" (figlia di) e ai maschietti "son" (figlio di). Insomma, nella stessa famiglia, a seconda che i figli siano maschietti o femminucce, la prole avrà sempre dei cognomi diversi.
Bel casino per il postino.


Mi consolo pensando che, nonostante un simile cartello stradale, io sia riuscita a tornare in Italia. E che, grazie al cielo, non sono stata registrata all'anagrafe come Elisa Eziodottir.

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P.S. In islandese, toilette si dice “salerni". E per fortuna, come in qualsiasi altra parte del mondo, si trova in fondo a destra.

mercoledì 12 maggio 2010

Zonnebloem (2)

Day 1
Ecco qui la supposta liofilizzata di terreno...
DSCN6174...che, aggiungendo 30 ml di acqua tiepida, diventa così (e complimenti alla marca "Buzzy"!)

DSCN6188...i semi, fra parentesi, sono identici a quelli che davo al mio criceto 

DSCN6190Beh, insomma, speriamo bene...

DSCN6196...com'è che dicevano? "Se son girasoli, fioriranno"? O qualcosa del genere...

Zonnebloem (1)

Ieri ho ricevuto un regalino caruccio da una mia amica che è appena tornata dall'Olanda: un vasetto contenente una specie di pozione magica, in grado di far spuntare una piantina di girasole da un dischetto di spugna. (E io che avrei tanto voluto degli zoccoli di legno!!).

DSCN6167Fra poco comincerò l'esperimento di piantumazione. Se andrà bene, sarà merito del mio infallibile (?) pollice verde.
Se andrà male, sarà colpa del tempo. Con tutta 'sta pioggia, che voglia potrà mai avere un girasole di spuntare?
Credo che però non vendessero mangrovie liofilizzate in vasetto, quindi tanto vale tentare con questo Zonnebloem. Aggiornamenti nei prossimi post...

domenica 9 maggio 2010

La Gomera (1)

Chi non conosce le Canarie alzi la mano. Nessuno? Bene. A quanto pare tutti ne abbiam sentito parlare. In totale sono sette isole. Come i nanetti di Biancaneve. E, analogamente ai nani, non si riesce mai ad elencare tutti i nomi... (io, personalmente, mi dimentico sempre di Mammolo. E voi?).

Ok, vediamo, ci sono Tenerife, Lanzarote, Gran Canaria, Fuerteventura: le più famose. E poi? Ne mancano tre, che il turismo ad oltranza non ha ancora scalfito: La Palma, El Hierro, La Gomera. Ed è proprio quest'ultima la meta di una fuga invernale, a fine gennaio, ringraziando il cielo di avere un babbo in pensione con molti sfizi (vancanzieri) da togliersi.

Passare dai -5°C della pianura padana ai 25°C di quest'isoletta, più vicina all'Africa che al continente europeo, è stato uno choc (positivo!) incredibile.

IMG_2135Vedendo fiori ovunque, non stupisce che le chiamino le 'isole dell'eterna primavera'. Mentre dall'Italia arrivavano notizie di bufere di neve, lupi alle porte delle città e trasporti pubblici trainati dai Samoiedo, io ero qui (e mi sentivo molto, molto privilegiata. E anche un po' odiata...)

IMG_1870Ok, i crucchi già facevano il bagno, io mi sono astenuta. L'isola è stata poco toccata dal turismo di massa, a differenza delle ormai overexploited Tenerife o Lanzarote. I motivi sono plurimi: è estremamente montagnosa, e l'orografia complicata fa sì che, per percorrere tre chilometri in linea d'aria, se ne debbano fare 20 di tornanti...

IMG_2196...trovare una spiaggia è un miracolo...

IMG_2022...e ci viveva della gente strana (scherzo)

IMG_1917In realtà l'isola è famosa per le sue foreste di Laurisilva relitte, che esistono qui da milioni di anni. Queste foreste una volta ricoprivano tutta l'Europa fino alla Scandinavia, e furono distrutte dalle glaciazioni. È emozionante, camminando fra questi suggestivi boschi, pensare che una volta ci passeggiavano i dinosauri...


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sabato 8 maggio 2010

martedì 4 maggio 2010

Azzorre (1)

Nove isole vulcaniche nel bel mezzo dell’oceano Atlantico, a metà strada fra Europa e continente americano. Queste isole sono sicuramente famose per l’anticiclone delle Azzorre, che garantisce alta pressione e tempo bello sull’Europa. E poi?
Rimaste indenni dagli impatti del turismo di massa a causa della loro posizione geografica, le Azzorre sono sconosciute ai più. Ma sono uno dei posti più meravigliosi che esistano. Ogni isola è un piccolo mondo a sé stante, con la sua flora, il suo clima, i suoi paesaggi. Ho avuto la fortuna di vederne quattro, nell’estate del 2008, e ci ho lasciato il cuore.

Azzorre (1)Il nome “Azzorre” deriva dal portoghese “açor”, che significa “astore”. I navigatori portoghesi che per primi giunsero in questo sperduto arcipelago, nel 1300, furono infatti colpiti dalla presenza di numerosissimi uccelli marini (in realtà poiane) tanto da dare il nome a queste isole. Alcuni dicono invece che il termine deriva da “azures” perché, viste da lontano, le isole appaiono di un colore azzurrognolo. Non si sa quale delle due versioni sia quella corretta, tant’è che sulla bandiera di questa regione del Portogallo appare un rapace, ma anche una banda di colore azzurro. Un colpo al cerchio e uno alla botte, insomma.

DSCN3119aLe Azzorre, pur nel loro isolamento geografico, fanno parte del Portogallo e una delle cose che maggiormente mi ha colpita è che la cima più alta del Paese... si trova in mezzo all'Atlantico! Monte Pico, un nome, un programma: è un vulcano attivo che domina l'isola omonima, che svetta a 2351 metri sul livello del mare. Inutile dire che, da bravi montanari, io e il mio babbo ci siamo ritenuti in dovere morale di conquistarne la cima...

DSCN2940L'isola di Pico è anche famosa per i suoi vigneti, patrimonio dell'Unesco: le vigne sono protette da muretti a secco costruiti con fatiche inimmaginabili nei secoli scorsi, e producono dei vini senza paragoni (hic!). Le viti crescono direttamente sulla pietra lavica (detta "biscoitos", cioè "biscotti" da tanto che è dura e arida); il caldo prodotto dall'irraggiamento solare che batte sulle rocce nere rende l'uva dolcissima e, di conseguenza, i vini picchiano forte. Niente da invidiare ai nostri passiti...

DSCN2914Data l'abbondanza di materia prima, non c'è da stupirsi che anche le case siano costruite con pietra vulcanica. Immagino che non spendano molto di riscaldamento.

DSCN2944Non siamo in Olanda, ma ci sono i mulini a vento....

DSCN3121...e non siamo neanche in Svizzera, ma ci sono le mucche.

Foto curiose (3)

Ok, sembra una normale Fiat Punto, vecchio modello, versione base.

DSCN5352Ma, guardando più attentamente...

DSCN5353Accidenti, altro che modello economico... è pure la versione unta!